Chiesa Cattolica e Massoneria – Risposta a Mons.Galantino

22/03/2018

Mons. Galantino, in una recente intervista pubblicata sul settimanale Famiglia Cristiana, ha ribadito l’assoluta inconciliabilità fra Chiesa Cattolica e Massoneria. Senza per altro precisare se la Sua dichiarazione veniva rilasciata a titolo personale o, invece, nella Sua veste e qualità di Segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Il che, sia annotato per incidens, non sembra circostanza di poco conto, visto che la valenza di quella presa di posizione muta a seconda della provenienza.
Ciò che non lascia, invece, dubbi è il fatto che quella dichiarazione ricalca in termini pedissequi quella sulla Massoneria, a firma dell’allora Prefetto della Congregazione J. Ratzinger, ora Papa Emerito Benedetto XVI, rilasciata dalla Congregazione per la dottrina della Fede qualche giorno prima dell’entrata in vigore del nuovo codice di diritto canonico, che, come è noto, fra le associazioni vietate, non menziona espressamente la Massoneria.
Allo scopo di fugare non disinteressati equivoci, conviene, innanzi tutto, precisare che, secondo l’insegnamento della Congregazione, l’iscrizione in una loggia massonica ricade sotto il giudizio di peccato, ovviamente remissibile, e non anche invece sotto la pena ecclesiastica della scomunica.
Il documento della Congregazione, infatti, così, prosegue : “I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
Anche grazie all’afflato di misericordia che attraversa oggi la Chiesa, sul punto, è dunque legittimo concludere che l’iscritto alla Massoneria, secondo la dottrina della Chiesa, è solo un peccatore e non anche invece uno scomunicato, come all’opposto sono coloro che abbiano votato partiti dichiaratamente ostili ai fini della Chiesa o alla Chiesa stessa (Decretum 1° luglio 1949, Acta Apostolicae Sedis, Roma, 1949,334).
In secondo luogo, ci si deve doverosamente interrogare se la mancata menzione della Massoneria nel nuovo codice di diritto canonico, contemplata, invece, espressamente in quello anteriore, sia soltanto l’effetto di “un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie”, quanto dire, altrimenti, la conseguenza di una scelta formale, tale, perciò, da non incidere sulla sostanza del dettato normativo.
Del che è tuttavia legittimo seriamente dubitare visto che la norma va interpretata in termini oggettivi e, perciò, anche contro la stessa intenzione del legislatore.
Sicché, alla stregua di questo sicuro criterio ermeneutico, finisce per prevalere proprio la lettera della disposizione che, con chiarezza, sposta il giudizio sul piano della concretezza. Sicché, conclusivamente, pare certa l’illiceità di quelle sole associazioni che, sul piano effettuale, operano contro la Chiesa.
A dar credito alla prospettazione sostenuta non è pertanto condivisibile l’assunto della proibizione sic et simpliciter della iscrizione a logge massoniche da parte dei fedeli, risultando all’opposto proibita l’iscrizione solo a quelle Obbedienze che operano in concreto contro la Chiesa : giudizio accorato al “caso per caso” senza la possibilità di affermare una astratta inconciliabilità né di un solco incolmabile.
Non abbiamo, ovviamente, la pretesa di imporre il nostro punto di vista.
La tesi sostenuta è, però, quanto meno, seria.
Se non fosse altro che per questo, si dovrebbe pertanto essere molto più cauti nel formulare ed esprimere giudizi.
Rimane poi vago e, comunque, indimostrato, proprio in ambito fattuale, il richiamo a “attentati al bene comune”, rilievo in termini approssimativi elevato alla Massoneria, che è invece concetto assolutamente generico, come tale, inidoneo ad essere assunto come termine di riferimento, dovendosi, per contro, imputare comportamenti censurabili unicamente alle singole Obbedienze.
Da qui la rivendicata correttezza della Gran Loggia d’Italia degli ALAM Palazzo Vitelleschi non potendosi ascrivere a quest’ultima il benché minimo addebito, avendo, per contro, la stessa, operato sempre ed esclusivamente nell’interesse della patria e della umanità.
Ancor minor pregio può poi riconoscersi alla tesi, pure sostenuta da Monsignor Galantino, secondo la quale la Massoneria opererebbe “in maniera invasiva fino a rendere impossibile una vita normale a persone normali”.
Infatti, la Massoneria non è una religione. Né esiste un dio massonico.
Aperta agli uomini di tutte le Fedi, la Massoneria chiede ai suoi membri soltanto di credere in un Essere Supremo, perché non si può cancellare la differenza – palese – fra Creatore e creatura.
Non può, pertanto, essere quest’ultima credenza a rendere “impossibile una vita normale a persone normali”, per essere, all’opposto, vero proprio il contrario !
Che se, con quelle parole, si è invece voluto attribuire alle Obbedienze massoniche regolari il comportamento di manipolatori di coscienze, allora si sarebbe scaduto all’insulto gratuito, visto che lo scopo di ogni Comunione massonica regolare non è quello di sostituire le coscienze, quanto, invece, di formarle libere, aperte e consapevoli anche nel contesto della libertà religiosa e, perciò, delle scelte conseguenti, sempre ancorate al Sacro e sempre rispettose del Mistero.
La Gran Loggia d’Italia, con fermezza, respinge, infine, il proprio accostamento al fenomeno mafioso, del tutto gratuito e arbitrario perché, ancora una volta, indimostrato, dovendosi osservare, sul punto, che l’accusa proviene da un pulpito a sua volta inquinato dal fenomeno mafioso.
Senza che perciò si possa poi minimamente coinvolgere la Chiesa come Istituzione visto che i preti, che benedicono i mafiosi e le loro gesta, si sono auto-esclusi dal corpo ecclesiale, così come auto-esclusi sarebbero quei massoni della Gran Loggia d’Italia che si macchiassero di identici comportamenti.
Al termine delle presenti note, che, con pacatezza, hanno voluto fare il punto su alcuni aspetti della vicenda, sia consentito un auspicio.
L’attenzione che la Chiesa Cattolica ha riserbato, particolarmente da ultimo, all’Uomo, e, soprattutto, al santuario della sua coscienza, deve indurre a ben sperare in merito ad un riavvicinamento fra Chiesa e Massoneria che, in ogni caso, è vivamente auspicabile non solo perché “il tempo per servire l’Uomo non è mai finito”, ma anche, e soprattutto, perché il servizio prestato dalla stessa parte – in ambiti puntualmente individuati dal Cardinal Ravasi – rende i risultati più ricchi e duraturi.

Antonio Binni
S:.G:.C:.G:.M:.
Gran Loggia d’Italia degli A:.L:.A:.M:.
Palazzo Vitelleschi