La Legge dell’Ottava, sue implicazioni nella vita interiore quotidiana, nel cammino iniziatico-latomistico e nella ritualità
In un percorso iniziatico di qualsiasi natura, e quindi anche massonico, non si può trascurare la necessità dello sviluppo armonioso di colui che si accinge ad affrontare il cammino. Tale evoluzione interiore non prescinde dalla considerazione del corpo come strumento, se pensiamo che anch’esso, come tutto del resto, risponde a precise leggi fisiche, vibrazionali e armoniche.
Il rituale massonico non si discosta dagli stessi principi. I movimenti nel Tempio non sono casuali, il Maestro delle Cerimonie, per esempio, con i suoi passi cadenzati ma lievi, percorre direzioni che delimitano lo spazio sacro anche temporalmente.
E ancora, l’entrata nel Tempio non è una semplice sfilata che precede l’accomodarsi ai propri posti, ma l’acquisizione del concetto di sacralità che ci deve permeare prima di iniziare i lavori, favorita dalle note che pervadono l’atmosfera e creano una corrente vibrazionale, una circolazione energetica.
A questo proposito, è interessante fare un accenno alle scale greche, utilizzate per stimolare articolari sensazioni e anche per curare. Esse erano denominate Dorica, Frigia e Lidia, erano tetracordi e discendenti, in quanto si pensava che gli dei dell’Olimpo le facessero cadere per il diletto degli umani.
L’Universo è fatto di energia che vibra ad una certa frequenza e la vibrazione di questa frequenza determina la sua forma. Noi siamo chiamati ad applicare questa peculiarità per migliorare la nostra consapevolezza ed il nostro benessere, in quanto non vi è differenza fra il microcosmo ed il macrocosmo: la singola cellula si divide in due, poi quattro, otto e così via dando origine all’Universo del nostro corpo, dove tutto vibra ad una determinata frequenza, mantenendo differenti espressioni nella forma e nella struttura.
Queste frequenze funzionano seguendo particolari leggi, come ad esempio le Tre Leggi della Dinamica di Newton o la Legge delle Ottave, che si basa sul funzionamento dell’energia all’interno di ottave di frequenze. Dal momento che tutto l’Universo è fatto di energia, compresi noi, anche la nostra esistenza vibra all’interno di ottave di frequenza.
La legge dell’ottava è la seconda di tre leggi cosmiche fondamentali. Essa genera, regola, interconnette e determina il posto di tutti i processi in qualsiasi scala. Secondo taluni studi, tutti i fenomeni hanno luogo per mezzo della legge del tre, che è quindi considerata come prima legge cosmica fondamentale. La legge del tre dimostra che qualsiasi fenomeno può essere prodotto soltanto se avviene l’incontro di tre forze: una attiva, una passiva e una di conciliazione. Da un punto di vista strettamente scientifico l’esistenza di questa terza forza viene solitamente sottovalutata.
Per la Legge del Tre, ad esempio, un catalizzatore costituisce la terza forza; oppure, nella meccanica, relativamente alla leva, il fulcro costituisce la terza forza. Per inciso, non applichiamo forse anche noi che percorriamo il cammino massonico, lo stesso principio? Riflettiamo sulla conciliazione degli opposti. Queste due leggi sono dette cosmiche e fondamentali. Cosmico e fondamentale sono due proprietà inseparabili; se qualcosa è cosmica, è allo stesso tempo fondamentale, e viceversa.
Cosmica significa che il suo dominio e le sue manifestazioni si estendono dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo e viceversa, ed Ermete Trismegisto, con la sua Tavola Smeraldina, era giunto alle stesse conclusioni più di duemila anni fa.
Ma procediamo, ed inoltriamoci nella comprensione della Legge cosmica dell’Ottava. La legge del sette, o legge dell’ottava, ha molti aspetti che vanno esaminati con cura. L’universo è un organismo vivente, esattamente come il nostro corpo.
Nell’universo ogni materia, di qualsiasi tipo, vibra, e in essa è presente un’energia che implica che anche i pensieri e le emozioni ne siano costituiti. In altre parole, materia ed energia sono inseparabili, e la prima è legata alla densità da un rapporto inversamente proporzionale rispetto alla frequenza delle vibrazioni.
Nell’intero universo, tutte queste materie in vibrazione e di diverse densità evolvono ed involvono continuamente. Immaginate due “scale mobili” che si muovono in direzioni opposte; la prima va in discesa, ed è quella in cui le materie provenienti dall’alto subiscono l’involuzione acquistando più densità; la seconda “scala mobile”, quella evolutiva, procede nel verso opposto e conduce le materie verso l’alto che, perdendo densità, acquistano un maggior numero di vibrazioni.
Tutti questi processi involutivi ed evolutivi di trasformazione delle materie sono determinati, regolati ed interconnessi dalla legge del sette. La legge del sette viene espressa matematicamente secondo i seguenti rapporti: 1/1 – 9/8 – 5/4 – 4/3 – 3/2 – 5/3 – 15/8 – 2/1. Sono gli stessi rapporti matematici fondamentali che la teoria musicale utilizza per ottenere l’intonazione dei suoni armonici che vanno a costituire la scala naturale.
Da sottolineare che quella dell’ottava è una legge matematica che solo posteriormente è stata utilizzata per creare i rapporti armonici nell’ambito della musica, e non viceversa. Pitagora di certo non ignorava tutto ciò quando parlava di armonia delle sfere, ossia della “musica” dei corpi celesti.
Utilizzando le note musicali per comprendere meglio ciò di cui parliamo, possiamo dire che i rapporti matematici di cui parlavamo poco sopra corrispondono a Do – Re – Mi – Fa – Sol – La – Si – Do, ma cosa esprimono tali rapporti? In musica, esprimono quante volte vibra una corda di un qualsiasi strumento al passare di un secondo, e quante volte vibra il mezzo elastico, cioè l’aria, dove tale movimento vibratorio viene trasferito.
Anche la Menorah, presente nei templi massonici, le cui candele vengono accese ritualmente all’apertura e alla chiusura dei lavori, è associata a simboli e note.
Solitamente, la prima candela partendo da sinistra è associata a Venere, al rame, e, secondo le dottrine pitagoriche, alla nota musicale fa;
la seconda è associata a Mercurio pianeta ed al mercurio elementale, ed alla nota sol;
la terza candela è associata alla Luna, all’argento ed alla nota musicale fa;
la quarta candela a Saturno, al piombo ed alla nota si;
la quinta candela a Giove, allo stagno e al do;
la sesta candela è associata a Marte, al ferro ed alla nota re;
la settima candela è associata al Sole, all’oro ed alla nota mi.
Riprendendo il discorso sulle vibrazioni, queste non sono costanti, infatti dopo un determinato tempo cessano per così dire di obbedire all’impulso originale e quindi rallentano brevemente, cambiando temporaneamente di natura o direzione; per esempio, le vibrazioni ascendenti ad un certo momento cominciano ad ascendere più lentamente e le vibrazioni discendenti cominciano a discendere più lentamente.
II principio della discontinuità delle vibrazioni significa che la necessaria e ben determinata caratteristica di tutte le vibrazioni della natura, siano esse ascendenti o discendenti, è di svilupparsi in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento.
Il periodo tra un do e il do seguente, ossia un’ottava, è diviso in sette parti disuguali, perché la frequenza delle vibrazioni non aumenta uniformemente, e i rallentamenti maggiori nello sviluppo di qualsiasi processo in qualsiasi scala, sono collocati in due punti precisi.
Il primo è tra Mi e Fa ed il secondo tra Si e Do, che hanno un solo semitono e nei quali il secondo semitono è considerato come mancante. Come vediamo, fra una nota e l’altra vi è una distanza che indica la differenza di altezza fra due suoni, esprimibile, come detto prima, con il rapporto delle frequenze dei suoni emessi.
Possiamo quindi sostenere che la struttura della scala musicale ci offre uno schema della legge cosmica degli intervalli o semitoni mancanti, e che, quando si parla di ottave sia in senso ‘cosmico’ che in senso ‘meccanico’, solo gli intervalli mi-fa e si-do sono chiamati tali.
Le leggi che determinano il rallentamento delle vibrazioni o la loro deviazione dalla direzione primitiva erano conosciute dalla scienza antica. Queste erano debitamente contenute in una formula o diagramma che si è conservata fino ai nostri giorni, e di cui abbiamo parlato giusto sopra, a proposito delle sette parti – o otto gradini – disuguali: l’ottavo gradino è la ripetizione del primo, con un numero doppio di vibrazioni.
In questo periodo, ossia nella linea di sviluppo delle vibrazioni, misurato a partire da un dato numero di vibrazioni sino al momento in cui questo numero è raddoppiato, noi troviamo il processo che è alla base dello studio della progressione non uniforme delle vibrazioni nell’ottava intera e i diversi gradini dell’ottava mostrano l’accelerazione e il rallentamento del suo sviluppo nei differenti momenti.
Racchiusa in questa formula, l’idea di ottava è stata trasmessa da maestro ad allievo, da una scuola ad un’altra. In tempi molto lontani, una di queste scuole scoprì la possibilità di applicare questa formula alla musica. È così che fu ottenuta la scala musicale di sette toni, conosciuta nella più remota antichità, poi dimenticata, e di nuovo scoperta o ‘ritrovata’.
Se tuttavia studiamo le manifestazioni della legge dell’ottava nelle vibrazioni di altro genere, vedremo che le leggi sono ovunque le stesse. La luce, il calore, le vibrazioni chimiche, magnetiche ed altre sono sottomesse alle stesse leggi delle vibrazioni sonore; per esempio lo spettro della luce è conosciuto dalla fisica; in chimica, il sistema periodico degli elementi è senza alcun dubbio strettamente legato al principio di ottava, benché questa corrispondenza non sia stata pienamente chiarita dalla scienza.
Questa legge spiega perché in natura non vi sono linee diritte, ed anche perché tutto in noi accade, spesso in modo contrario a quello che desideriamo o ci aspettiamo. Tutti i processi esistenti sono sottoposti all’azione della legge dell’ottava: dai processi di trasformazione delle sostanze chimiche, a quelli che subiscono le stelle, i pianeti, le piante, gli esseri umani, nascendo, crescendo, invecchiando e infine morendo, ai processi che avvengono nella nostra sfera fisica e psico-emotiva, ossia le associazioni automatiche dei pensieri e delle emozioni, oppure quelli metabolici del corpo, il processo di nascita, di progresso e di declino delle civiltà, fino ad arrivare a quelli di evoluzione oppure di involuzione interiore.
Tutto è in movimento, se una cosa non evolve, necessariamente involverà, sarà costretta a degenerare. Tutti i processi, nessuno escluso, sono determinati dalla legge dell’ottava. Tutto ciò è l’effetto chiaro e diretto degli intervalli o rallentamenti nello sviluppo delle vibrazioni. Che cosa precisamente succede al momento del rallentamento delle vibrazioni? Avviene una deviazione dalla direzione originale. L’ottava comincia nella direzione indicata dalla freccia.
Ma una deviazione ha luogo tra mi e fa; la linea cominciata al do cambia direzione:
e attraverso fa, sol, la e si, essa discende con un certo angolo rispetto alla sua direzione originale, indicata dalle prime tre note. Tra si e do, come già detto, si trova il secondo intervallo, una nuova deviazione, un altro cambiamento di direzione.
Ad ogni ottava, la deviazione è più accentuata, in modo che la linea delle ottave arriva a formare un semicerchio e procede in una direzione opposta alla direzione originaria.
Nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione primitiva e quindi formare un cerchio completo.
In questi intervalli i processi subiscono un rallentamento notevole e non possono proseguire senza un aiuto dall’esterno. Tutti gli altri punti del processo possono proseguire grazie all’aiuto dei semitoni (tasti neri), mentre nei due punti dove la progressione subisce il rallentamento più notevole e mancano i semitoni, il percorso non può proseguire senza un aiuto esterno, senza l’intervento di un’ottava laterale che intersecando quei punti aiuta il Mi a passare a Fa, e il Si a passare a Do.
Che significano questi punti di rallentamento? La formula rivelata da questa legge mostra che tutti i fenomeni che avvengono nell’universo necessitano di un aiuto esterno (chiamato shock addizionale) per potersi sviluppare completamente, altrimenti nei punti tra Mi e Fa, e tra Si e Do, avvengono delle deviazioni nella linea originaria, e in questo modo, il processo deviando continuamente, si ritrova a procedere nella direzione opposta a quella iniziale.
Dirò di più: l’intervento esterno necessario è diverso che si tratti del primo punto di interruzione o del secondo. Nel caso del secondo, bisogna che l’aiuto sia volontario, cioè un atto cosciente da parte nostra. E’ quindi chiaro che è grazie a questi punti d’interruzione che i vari processi nell’universo vengono connessi fra loro. Viceversa, questi stessi punti d’interruzione o di rallentamento delle vibrazioni, se non vengono colmati, determinano la non riuscita di un procedimento qualsiasi, come accade sovente nella nostra vita.
Potremmo aggiungere che questo stesso principio è contenuto nel pensiero di Giovan Battista Vico e dei suoi corsi e ricorsi storici. A livello personale, tuttavia, possiamo cercare di imparare a riconoscere i momenti degli intervalli in tutti i percorsi della nostra attività, e a creare gli ‘choc addizionali’; in altre parole, possiamo imparare ad applicare alle proprie attività il metodo di cui si servono le forze cosmiche nel crearli ogni volta che essi sono necessari.
E’ indispensabile, a questo punto, realizzare che per mezzo della legge del sette è possibile comprendere l’unità di ogni cosa, l’unità nella molteplicità, e che questo ci riporta inevitabilmente al concetto dell’identità fra microcosmo e macrocosmo, fra alto e basso, per “fare il miracolo della
cosa una”.
La legge del sette, attraverso il principio di scala già citato, ci fa capire come i percorsi ascendenti e discendenti, evolutivi ed involutivi, inevitabilmente ci portino al concetto di Logos come principio creativo e affrancamento dai limiti del mondo materiale, e attraverso questo al fatto che, se lavoriamo correttamente su di noi, abbiamo la possibilità di diventare Maestri di noi stessi, di scegliere la direzione del nostro cammino. Un uomo che non può controllare se stesso, ossia il corso delle cose dentro di sé, non può controllare niente.
Ed ecco che possiamo, senza entrare troppo in particolari, sottolineare il nesso fra la ritualità massonica e la progressione delle note nell’ottava. DO – RE – MI, e qui troviamo la prima “interruzione”, il primo cambio di direzione. Cosa accade? Un grande cambiamento nel cammino interiore e latomistico.
Ecco il FA, quindi il SOL, una nota rappresentativa della quinta, e posteriormente il traghettamento da un tono ad un altro.
Il SOL è la dominante della scala maggiore di Do, è il secondo naturale armonico dopo l’ottava, è la nota che anticamente era l’iniziale del verso SOLve polluti, e proseguiva con LAbii reatum, per concludere con Sancte Johannes, da un inno a San Giovanni utilizzato da Guido d’Arezzo nel XII secolo. Tradotto, tralasciando i versetti precedenti, che potete trovare comodamente su internet: “…Cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne”. Dal SOL dunque, ci spostiamo ancora, verso il LA.
Il LA era una nota base nel sistema modale, in uso in Europa sin dai tempi dell’Antica Grecia e rimasto in vigore fino all’adozione dell’attuale sistema tonale. Inoltre il La di diapason, che corrisponde al La della terza ottava del pianoforte, ha un’altezza riproducibile da tutti gli strumenti e voci umane.
Ed ecco che sul LA, nuovamente, avviene un altro passaggio. Poco prima del DO a conclusione dell’ottava, ecco di nuovo il salto dopo il SI, rappresentativo di altri momenti importanti, in senso allegorico e metafisico. Se però fisicamente esiste il cambio di direzione che segue il grafico, nella crescita interiore dobbiamo porre in atto una forza che tenga il cammino in linea diretta ascensionale, quella a cui tendiamo procedendo nel percorso latomistico, quella della scala sognata da Giacobbe, dove salivano e scendevano gli angeli. 72 scalini, un numero multiplo di 8, un numero simbolico usato in molteplici testi antichi ed iniziatici, un numero che si ottiene moltiplicando per tre il nostro regolo, diviso in 24 segmenti.
D’altra parte, Pitagora stesso diceva: «Tutto è numero».
Mi preme fare un ulteriore appunto sull’entrata rituale, e sul perché nel Rito Scozzese Antico e Accettato, a differenza che nel Rito Francese, il primo passo viene fatto con il piede sinistro. La spiegazione, che ritroviamo anche nei testi “classici” è che il Massone in realtà poggia sul piede destro, considerato attivo, della Ragione, ma avanza con il sinistro, che è quello dell’Intuizione. Questo perché la ragione serve solo come base d’appoggio nel cammino iniziatico, mentre quello che consente di progredire è l’intuito, il quale, tuttavia, senza una solida base razionale, sarebbe poco più che fantasticheria.
Anche le statue degli dei egizi, così come i kouroi ellenici, quando sono rappresentati in piedi, hanno spesso il piede sinistro in avanti, come se stessero iniziando a camminare. L’esistenza dei passi nei vari gradi è giustificata dalla necessità di evidenziare il cammino dell’iniziato da Occidente verso Oriente, e quindi verso la luce.
Concludendo, tutto questo per ribadire che se sappiamo bene, come sosteneva Guénon, che il Tempio è la rappresentazione del Cosmo, vi sono leggi fisiche a dimostrarcelo, leggi antiche quanto l’uomo, che gli uomini saggi appartenenti alla notte dei tempi conoscevano già. Teniamo dunque presente che il Quadrilungo contiene dimensioni che ci provengono dalla Geometria Sacra, e ci ricorda la legge degli opposti, mentre la Volta Stellata ci rammenta che l’energia scorre intorno a noi e dentro di noi. Nessun gesto del rito è casuale.
BIBLIOGRAFIA
- Gurdjieff e i segreti di Belzebù – Egidio Maria Bruno Presta
- La spiritualità dei numeri sacri – Palamidessi
- Teoria musicale – Scale e intervalli – Sonia Cannas
- I simboli massonici disvelati: Inedite speculazioni – Paolo Enrico de Faveri