Alchimia-Magia-Scienza

Nel vasto pubblico incolto è stato il regno dei creduloni e degli sfruttatori, i primi, vittime dei secondi, dolosi approfittatori della ingenuità altrui: terreno fertile per scrocconi, ciarlatani, imbroglioni, impostori e parassiti. Contrariamente a quanto crede la vulgata, l’alchimia, nel suo autentico e profondo significato, è stata, invece, una straordinaria esperienza spirituale perché, mentre si operava il tentativo di cangiare il piombo in oro, avveniva contestualmente, e lentamente, un mutamento radicale nello spirito del ricercatore. Con la purificazione del metallo da grezzo in prezioso, l’anima umana veniva infatti trasformata in vita virtuosa, oltre che emendata dal peccato. Non è, infatti, un caso che ogni opera alchemica affidata allo scritto oscuro per i non iniziati all’arte principi con una preghiera al Dio vivente da parte del ricercatore volta a conseguire un processo di liberazione spirituale. Gli autori insistono così nel sottolineare gli sforzi necessari per indagare e superare i limiti del reale e per trasformare la natura umana attraverso l’esercizio delle verità morali e della vita soprannaturale. L’alchimia, oltre a possedere un indirizzo spirituale, esattamente come la magia bianca, è stata il primo, serio tentativo di penetrare la natura, però, con il suo assoluto rispetto. A differenza della magia praticata e sviluppata nell’epoca rinascimentale volta con il ricorso a forze occulte evocate con formule e riti segreti a carpirne i segreti per poi dominarla a proprio profitto e giovamento. La scienza moderna rifiuta il ricorso a forze occulte. Attraverso la ricerca e la scoperta di leggi fisiche e della chimica, avvalendosi all’uopo dello strumento della matematica, persegue tuttavia ugualmente lo stesso identico fine della magia, ossia il dominio della natura, esattamente come la magia, come la magia prescindendo totalmente da una sua dimensione spirituale e soprannaturale. Il che permette di cogliere una radice comune tanto alla magia, quanto alla scienza, felicemente definita dal filosofo Heiddeger con la formula “volontà di potenza”. L’abbandono, da parte della magia, di una interpretazione soprannaturale della natura, punto di vista pedissequamente accolto dalla scienza moderna, spiega e motiva la ragione per la quale quest’ultima non si preoccupa affatto di rispondere ai grandi interrogativi sul “perché” delle cose, sul senso e le finalità della vita, incentrata tutta, com’è, sul “come” funziona la realtà e sul “come” vadano affrontati, e risolti, i problemi della vita, mossa dalla convinzione, profonda, che il progresso scientifico e tecnico è in grado di garantire quel benessere che nessuna religione e nessuna vita spirituale sono nella condizione di assicurare. Credere in ciò che non si vede non è il pane della scienza. In quest’ottica solo la scoperta, frutto della ragione e della ricerca, illumina e costringe al vero. La grande madre natura, non uniforme, né giusta, né pacifica, non è il libro del divino, ma solo minerali, piante, animali, uomini, un complesso eterogeneo privo di qualsiasi pregresso disegno soprannaturale. Né l’uomo è più centro e signore del mondo dal momento che vi sono infiniti mondi possibili. Nessuna centralità, nessuna gerarchia. Uomini, animali e cose hanno tutti la stessa natura e la stessa nobiltà. Per la scienza tutto è materia, tutto è mero oggetto di radicale investigazione, tutto è passaggio dalle realtà evidenti a quelle oscure. La scienza abita le domande unicamente sulle cose. A chi le rimprovera proprio quella mancanza di spiritualità che disumanizza l’uomo e impoverisce la natura, la scienza, autentica figlia della magia priva di scopi spirituali, replica che, fra i propri fini, non rientrano appunto risposte ai quesiti, né penultimi, né ultimi. Risposta, invero, tutt’altro che appagante, anzi, a ben considerare, allarmante perché, privato della sua dimensione spirituale, l’universo corre rischi pericolosi. Sia come uomo, già divenuto oggetto di pericolose manipolazioni genetiche, sia come natura, visto che il progresso scientifico e tecnologico, più che governare la natura, ha, invece, come tragico effetto, la sua evidente compromissione.

L’umanità dei nostri giorni è spinta sempre più avanti.

Senza un orientamento spirituale, temo, però, che possa smarrirsi, visto che, da sola, non sa dove andare.