Comunicato Stampa : L’analisi della relazione della commissione parlamentare antimafia del Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A:.L:.A:.M:. Antonio Binni
Tavola Rotonda, Sanremo 24 febbraio 2018
“La vera grande battaglia che deve combattere la massoneria in questo momento è la battaglia culturale, in difesa della libertà di pensiero e della libera associazione”.
E’ stato questo il fil rouge, nelle parole del Gran Maestro Antonio Binni, della Tavola Rotonda che si è svolta presso il Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo sabato 24 febbraio alla quale hanno partecipato, insieme al Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, il giornalista e saggista Dario Fertilio e lo storico Aldo Alessandro Mola che ha moderato l’incontro.
Davanti una platea gremita arrivata da tutta Italia, il Gran Maestro Binni ha reso omaggio alla memoria di Giordano Bruno, il filosofo bruciato a Roma il 17 febbraio 1600, un esempio di coerenza ha detto Antonio Binni, che poi rispondendo alla domanda di Dario Fertilio ha disegnato la struttura della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. sottolineando l’assoluta originalità dell’Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi dove, nell’unica Comunione sono racchiusi Ordine e Rito; i rapporti con le numerose obbedienze estere hanno completato il quadro della costituzione della Gran Loggia d’Italia.
Entrando nell’attualità, Il Gran Maestro ha raccontato la propria audizione dinnanzi la Commissione Parlamentare Antimafia e si è quindi soffermato nell’analisi della Relazione della Commissione presieduta dall’On. Rosy Bindi sui rapporti tra mafia e massoneria, mettendone in luce i numerosi limiti. “Dettati anzitutto – ha sottolineato subito Antonio Binni – dall’assoluta generalità con la quale si affronta il concetto di massoneria, una nozione evanescente considerando la profonda diversità che esiste fra le Obbedienze massoniche. Una generalizzazione inaccettabile quella della Commissione – ha aggiunto Binni – che si è sommata ad un modus operandi estremamente lacunoso visto che, sebbene non autorizzata, la Commissione ha ampliato il proprio oggetto di indagine soltanto alla massoneria e non anche ai sindacati e ai partiti politici anch’essi sicuramente oggetto di infiltrazioni di carattere mafioso”.
Sollecitato dalle domande dello storico Aldo Mola, il Gran Maestro ha spiegato che “segrete sono soltanto quelle organizzazioni costrette a ricorrere al segreto come condizione della loro esistenza, un presupposto che non riguarda la Gran Loggia d’Italia che non ha scopi illeciti, ed è dunque del tutto legittimo il suo ricorrere alla riservatezza”. Contrariamente a quanto sostenuto dalla Commissione, Antonio Binni ha ricordato inoltre che è previsto il recesso volontario degli iscritti, il cosiddetto concedo, che l’identità degli associati è nota agli altri appartenenti all’Obbedienza, così come è noto tutto ciò che avviene ai più alti livelli dell’Ordine, anche da un punto di vista amministrativo – ha aggiunto il Gran Maestro – poiché “i bilanci della Gran Loggia d’Italia sono approvati prima dall’ordine, poi dal rito e infine dal Centro Sociologico Italiano”, l’organismo profano dell’Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi. Il Gran Maestro ha quindi respinto molte affermazioni che caratterizzano la relazione dell’Antimafia a partire dal sospetto che l’Obbedienza abbia occultato parte dei documenti, spostandoli in altra sede sottraendoli così all’ordine di consegna, come pure l’accusa che gli elenchi dati alla Commissione non sarebbero completi. “Parole in libertà, vere proprie illazioni”, ha detto Antonio Binni. “Noi rispettiamo la Commissione perché affonda le sue radici nella Costituzione ma il rispetto non significa eliminare il diritto di critica, in particolare verso un modo di agire che a me è sembrato muoversi sulla base del pregiudizio massonico. La gran parte di questa relazione si fonda su ipotesi investigative mentre le indagini sono ancora aperte e, nonostante questo, sono state tratte conclusioni inquietanti. Ma la cosa ancora più inquietante – ha aggiunto Binni – è che nessuna voce si è levata a tutela della libertà e del diritto di associazione, sintomo di una assoluta mancanza di sensibilità costituzionale”.
Per questo il Gran Maestro ha duramente criticato gli inviti della Commissione a far intervenire l’autorità amministrativa nella fase dello scioglimento delle associazioni massoniche (questa è materia di giurisdizione, ha ricordato Binni) e le altre raccomandazione della Commissione per porre fine in Italia a tutte le obbedienze massoniche: “Un fatto che, oltre restringere il campo della libertà, sarebbe un insulto alla storia nel Trecentesimo anniversario della nascita della massoneria moderna. Mi auguro che il legislatore, dichiaratamente non fascista, non si renda autore di una legge fascista. La nostra grande battaglia è una battaglia culturale – ha detto ancora il Gran Maestro – perché se non si capiscono i rischi che certi atteggiamenti totalitari portano con sé, ci ritroveremo di nuovo in un mondo che non ci piace. Noi vogliamo vivere nella libertà e difenderemo questo diritto fino in fondo”.
Grande attenzione nel corso della Tavola Rotonda è stata poi dedicata all’opera della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. per la costruzione della pace nel mondo attraverso i diversi organismi massonici internazionali, in particolare l’Unione Massonica Mediterranea che la Gran Loggia d’Italia ha creato, organismo che per il suo 18/esimo incontro si è dato appuntamento a Roma il prossimo mese di marzo. L’obiettivo finale di questa azione internazionali è il conseguimento di un seggio all’Onu, che la Massoneria ha contribuito a creare insieme alla Società delle Nazioni. “L’uomo nasce per la guerra – ha detto Antonio Binni a conclusione dell’incontro di Sanremo – ma deve vivere per la pace, e la pace non è quella che diceva Tacito, il deserto, la pace è uno stato dell’animo e del cuore. Per questo siamo convinti che il dialogo interreligioso è il futuro della pace nel mondo”.