Il giuramento iniziatico
Nel corso di una vita di appartenenza alla Massoneria sono letteralmente infinite le volte in cui o pronunciamo personalmente una solenne formula di giuramento o ne ascoltiamo le parole quando davanti all’ara s’inginocchia un Fratello.
Troppo spesso, però, i comportamenti, le scelte, gli indirizzi, le impostazioni assunti dai Fratelli dimostrano che la “formula” dei giuramenti è stata udita, non ascoltata e non assimilata e che non abbastanza o per niente è stato riflettuto “sulla gravità dell’atto” compiuto e sugli “obblighi” assunti.
Nella vita profana è ormai una triste abitudine quella di non dare valore alle parole, di decidere per se stessi e gli altri senza troppo approfondire, con una noncuranza che non mettiamo neppure nella scelta di una pietanza in un ristorante. E’ vero che decidere se carne o pesce, se fritto o arrosto coinvolge direttamente il nostro egoistico palato mentre impegni morali, sociali, umanitari sono concetti vaghi, indefiniti, e corrispondono a parole di cui ci riempiamo la bocca, che ci fanno partecipi del bonismo generalizzato e puntualmente rispolverato dalla canfora quando si tratta di far versare qualche lacrimuccia. Preferiamo, però, lasciare tutto quanto avvolto in una nebbia che non ci scomodiamo a diradare forse per timore di rivelare a noi stessi la nostra totale mancanza di volontà e fondamentale disinteresse.
Certo è che ci aspetteremmo che impegni presi “liberamente e spontaneamente” fossero rispettati proprio perché assunti soltanto honoris gratia tra uomini che si vogliono di buoni costumi, in una società, quella dei Liberi Muratori, dove ancora non ci si vergogna a parlare di onore. Purtroppo mi accorgo che la profanità sta penetrando nella Libera Muratoria; per ora non è nulla di vistoso ma non mancano i segnali di una pericolosa deviazione che rischia di svuotare la Massoneria di ogni significato e di ogni tradizione portandola a diventare una associazione qualsiasi. Le parole che abbiamo, prima ascoltato e poi pronunciato, il giorno della nostra iniziazione diventano gusci vuoti al momento in cui il protagonismo si sostituisce alla ricerca di un miglioramento, quando il lavoro non è più “a gloria ed onore dell’Ordine” ma a glorificazione e lusinga del proprio io, l’operare non è più diretto al “bene e progresso dell’umanità” ma alla coltura del proprio orticello e all’abbellimento della propria corte, allorché le cariche si trasformano da servizio a potere.
Consideriamo che siano dannosi per la Massoneria sia per la sua interiorità sia per la sua immagine esterna tutti gli uomini i quali, attratti da chissà quale miraggio profano, bussano alla porta dei Templi credendo di trovarvi dei complici e non dei Fratelli, sperando in vantaggi materiali di natura sociale ed economica. Non meno pericolosi sono coloro che interpretano a modo loro ed a loro profitto il cammino iniziatico vedendolo come una scalata al successo e compenso, in molti casi, di frustrazioni personali sofferte nella vita profana. Esiste un terzo caso di uomini i quali, cercando una via per migliorare, un modo per dedicarsi all’umanità, una filosofia e condotta di vita stravolgono il significato dei contenuti latomistici ed interpretano la Libera Muratoria volendo farne, a seconda dei casi, una società di mutuo soccorso, un’opera pia, una dottrina ed altro. Infine troviamo anche una categoria di massoni che appartengono ad altre associazioni che si dedicano alla ricerca spirituale e che stravolgono la spiritualità massonica in misticismo.
Dobbiamo stare attenti al fatto che molte società, pur rispettabili, pur non in “urto od in opposizione con la Libera Muratoria” propongono metodi di ricerca, certamente validi, tuttavia non corrispondenti ai principi ed ai fini massonici. Ricordiamoci che siamo noi a dover cambiare – per questo riceviamo l’iniziazione che ci consente di cominciare di nuovo- e non l’Istituzione massonica e che qualsiasi deformazione a scopo personale, materiale o spirituale, è fortemente negativa e altera sostanza ed intenti muratori. Tutti questi finiscono con il formare il gruppo di coloro che sono solito definire iscritti alla Massoneria i quali, prima o poi, rendendosi conto di non aver fatto la scelta giusta lasciano l’Istituzione denigrandola, seminano zizzania per dimostrare di avere in mano scettro e potere, si rivestono di false sembianze che, ahimè, riescono a far apparire carisma ai più giovani, ai meno preparati ed anche a quegli anziani che di spirito massonico poco o nulla hanno capito e che si sentono lusingati di essere circondati da baldi, anzi baldanzosi leoncini rampanti, loro diretti allievi.
Sarebbe compito dei “vecchi” che dovrebbero essere più saggi riportare a dimensione “giusta e perfetta” ogni forma di aspettativa ed aspirazione errata e pericolosa; mi accorgo con profondo dispiacere che non sempre è così e dei Maestri rimane soltanto il nome perché hanno ingannato gli altri e soprattutto se stessi non essendo stati capaci di ricevere l’Insegnamento e di identificarsi con esso. Lascio valutare a tutti voi, Sorelle e Fratelli, quali siano e di chi siano le responsabilità, quanto e come siamo coinvolti, quali rimedi possiamo portare. Mi limito a dire che bisogna dare prova del coraggio richiestoci quando bendati abbiamo varcato la soglia del Tempio nella speranza di trovare la Luce. Confessiamoci di avere sbagliato, abbiamo la forza di correggerci e ricominciare, sappiamo imparare, lasciare da parte, se necessario e per quanto doloroso, l’indulgenza quando minaccia di diventare fonte di diffusione del male, di tagliare gli arti incancreniti, se non si staccano da soli. Ripensiamo al valore del giuramento iniziatico – potrei anche ripercorrere i giuramenti dei vari gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato dai quali emerge che impegno e dovere crescono e dalla linfa del primo giuramento nascono piante solide sulla radice comune ma che assumono una funzione specifica. Ritorniamo quindi alla sorgente, al primo giuramento iniziatico per riscoprine insieme tutta la potenza: Io…liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento dell’anima, con assoluta ed irremovibile volontà, alla presenza del Grande Architetto dell’Universo, prometto e giuro…”. Queste parole racchiudono tutta la sostanza della Libera Muratoria e della sua impostazione manifestando anche la differenza con ogni altra forma di giuramento e promessa. Il giuramento esoterico coinvolge l’uomo nella sua totalità, ragione e spirito, razionale ed irrazionale, limitato ed illimitato, presente e futuro, è espressione di una libera scelta di una mente non sottoposta che rispettando un Ideale segue i dettami della ragione, è il grido liberatorio di chi emerge dalle tenebre, è la voce di una “Istituzione che ha il suo principio nella ragione…che …lasciando a ciascuno la libertà di credenza, è libera da qualsiasi dogma religioso, …è progressiva, non impone alcun limite alla ricerca della verità”.
Come possiamo sgretolare la forza, annientare la saggezza, deturpare la bellezza di un impegno così profondamente umano da cogliere in poche parole tutta l’essenza dell’umanità? A chi facciamo del male se non a noi stessi sostituendo alla solennità di una promessa la pompa della falsità? Perché tradire un’idea, un modo di pensare e vivere che dovremmo aver abbracciato per amore della virtù e ripugnanza del vizio? Stiamo facendo a noi stessi ed agli altri quello che non vorremmo ci fosse fatto ed allora, tutti noi, qualsiasi grado rivestiamo, qualsiasi ufficio ricopriamo proviamo a ritornare con la mente, anche e soprattutto dopo anni, alla Riflessione iniziale, ai suoi messaggi ed ai suoi insegnamenti, a cosa significhi essere “libero e di buoni costumi”.