Iniziazione Femminile e Massoneria

La controversa tematica della presenza femminile in Massoneria è stata presentata in un Convegno organizzato dalla Gran Loggia Femminile Massonica d’Italia, con la presenza di relatori delle principali Obbedienze Massoniche Italiane. Ne è stato tratto un volume che, pur di non recente pubblicazione offre tutte le caratteristiche per un approfondimento storico, socio-culturale, esoterico.
Tra i primi interventi, quello di Vittorio Vanni, da anni studioso del problema dell’esclusione della donna dalla Massoneria, dai tempi della Costituzione di Anderson, nonostante fin dal ‘700 fossero state create le prime Logge di Adozione femminili; una preclusione completamente superata in alcune Obbedienze come la Gran Loggia D’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori – Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi., ma in altre ancora vigente, nata da motivazioni, sottolinea il relatore, mai sufficientemente chiarite ed espresse con superficialità e pretestualità, riferibili “a differenze di genere o all’ortodossia anglosassone espressa nei Landmarks, che, sempre secondo l’autore, pur rappresentando dei capisaldi di ordine tradizionale, hanno accolto dei limiti di ordine “politico-amministrativo o di opportunità contingenti storico-ambientali, trascurando gli aspetti esoterici dell’iniziazione che non si possono porre in termini di contrapposizione. Non può esistere una iniziazione solare o lunare perché entrambe rientrano nel percorso esoterico integrandosi e completandolo. La strada dell’iniziazione – conclude l’autore – porta a varcare la soglia del “tutt’altro da me” per integrarlo e a riconoscersi nella nostra polarità complementare.”
In riferimento all’opinione molto diffusa e dibattuta che, con il decadere della componente operativa nelle Logge, non essendo più vincolante l’esigenza di essere costruttori di mestiere per essere considerati massoni, sarebbe potuta cadere anche l’esclusione delle donne dalla Massoneria, Vanni cita Réne Guenon, il quale definisce detta impostazione un “non senso” perché la base dell’iniziazione è il “valore delle qualificazioni necessarie alla trasmissione iniziatica”, attributi che anche la donna può possedere.
Da questo presupposto parte il contributo dello studioso Alberto Caddeo che, volendo ripercorrere le varie tappe dell’iniziazione femminile, in riferimento alla realtà storica dei tempi, documenta come, nel trascorrere dei millenni, la donna sia stata allontanata “dal mondo iniziatico di cui era la sola depositaria fin dalle origini della civiltà umana, per cause riferibili al ruolo ricoperto nella società del suo tempo” (A.M. Isastia, Presentazione). In quasi la totalità delle culture primitive l’elemento simbolico rappresentante la forza generativa-creatrice, l’Uroboros, si configura “quale archetipo della Grande Madre che comprende e vivifica tutti gli altri che da esso derivano”, compreso quello maschile; questo porta a concludere che l’iniziazione non può che partire dall’archetipo femminile presente in ognuno di noi. Come a dire che il percorso iniziatico di ogni individuo inizia dalla propria funzione lunare che nasce dalla fase indistinta uroborica, passa per la coscienza solare e si ri-flette nella consapevolezza lunare, quale dimensione femminile dell’ “Essere Natura”, mentre la coscienza solare è la responsabilità di “Essere nella Natura”.
Da questa premessa deriva, secondo il relatore, l’esistenza di una iniziazione isiaca femminile dalle caratteristiche di “passività”, intesa come conoscenza consapevole del proprio sacro già presente in sé ed una iniziazione maschile osiridea dalle caratteristiche di “attività” intesa come il passaggio attraverso stadi coscienziali successivi fino ad arrivare, attraverso la via alchemica, all’individuazione interiore del sacro nel Sé: come a dire nel femminile isiaco il sacro è già in Sé, nel maschile osiriaco il sacro si congiunge con il Sé.
Si possono in tal modo identificare le caratteristiche dell’iniziazione maschile osiridea: attività, tempo, divenire, coscienza, mediazione, rito e quelle dell’iniziazione femminile isiaca: passività, spazio, essere, consapevolezza, concretezza, tempio.
Continuando nell’escursus storico dell’iniziazione femminile, Silvio Calzolari, studioso di tradizioni occidentali e orientali definisce le linee operative tradizionali del cammino iniziatico presenti in tutte le Obbedienze Massoniche: esse sono la “Via Secca”: attiva, solare, maschile osiridea, relata con l’esaltazione dell’attività intellettiva e speculativa e la “Via Umida”: passiva, affettiva, femminile isiaca, relata con l’apertura del cuore verso una divinità. Come il precedente relatore, Calzolaio ribadisce essere queste le prerogative non attribuibili esclusivamente all’aspetto maschile la prima e a quello femminile la seconda, ma implicanti frammistioni in quanto il maschile conserva la memoria del femminile e viceversa così da permettere la possibilità unificante di armonizzare la propria androginia con la fusione delle due Vie.
L’aspetto lunare femminile dominante, proveniente dalle culture dell’antichità e dei popoli orientali, è costantemente presente nella storia dell’umanità, come ad esempio il calcolo dell’anno su basi lunari nell’antico Egitto, il primo zodiaco scoperto diviso in 28 costellazioni, ovviamente riferibili ai 28 giorni del ciclo lunare (successivamente mutato dai Caldei che lo divisero in 12 parti in riferimento all’anno solare), le testimonianze rupestri del paleolitico e mesolitico risalenti ad epoche comprese tra i 35.000 e i 10.000 anni a.C.
Va ricordato, secondo Calzolari, che in talune antiche civiltà il Sole era un’entità femminile; in Giappone a tutt’oggi l’imperatore è figlio della Dea Solare e al tempo dei Samurai il paese era retto da imperatrici e sciamane; nella lingua tedesca attuale la parola Sole è femminile, e nemmeno Stonehenge uno dei più conosciuti monumenti al sole, si sottrae ad interpretazioni correlate al cicli lunare. Molti scavi di epoca neolitica dimostrano l’esistenza di una società matriarcale, egualitaria, pacifica dove il culto della fertilità era enfatizzato nelle rappresentazioni muliebri, le cui terrecotte artistiche sono esposte oggi nei musei del mondo.
Il cambiamento dal matriarcato al patriarcato viene attribuito, dallo storico Calzolari, al passaggio, probabilmente per cambiamenti climatici, dalla vita stanziale ed agricola a quella basata sulla caccia, prerogativa quasi esclusiva dell’uomo non vincolato dalla cura della prole e dalla maternità. Ecco quindi che la Dea Madre si trasformò in Dio Padre; vinsero il fuoco, il sangue, la lotta , la fatica, la violenza. Morì il Mito della Grande Madre.
Con il tempo prese il sopravvento l’elemento maschile, mentre la donna venne emarginata, spesso diffamata o demonizzata soprattutto dalla religione giudaico-cristiana, ma anche da gran parte del mondo greco, dove era esclusa dalla religione ufficiale; dal confucianesimo, dove assunse sempre ruoli secondari; dal buddismo, dove quando una donna moriva si pregava perché nell’al di là diventasse uomo. Nel Medioevo, mentre la donna che si occupava di esoterismo era definita strega e veniva condannata al rogo, l’uomo veniva considerato mago e celebrato nei racconti epici.
Dal Cristianesimo i pregiudizi che escludevano la donna dal sacerdozio, diventarono in Massoneria esclusione dall’iniziazione, come ricorda una citazione del Guenon, riportata dall’autore.
In epoca moderna, per riscattarsi dall’emarginazione, la donna è stata costretta ad acquisire qualità ed attributi maschili, dimenticando o non conoscendo le sue prerogative più importanti rintracciabili nella realtà metastorica e metafisica che l’ha accompagnata fin da primordi della civiltà umana. Le sue capacità intellettive, intuitive, sentimentali gli consentono, conclude l’autore, di penetrare profondamente nella tradizione esoterica che le è congeniale fin dall’antichità.
Tra le varie posizione alternative il punto di equilibrio è rappresentato dalla G.L.D.I., una Obbedienza Massonica mista, formata da uomini e donne che professano una morale rispettosa della persona umana e delle differenze che portano alla vera tolleranza, come scrive Roberta Galli affermando che in questa unione si realizza il messaggio iniziatico latomistico. La G.L.D.I. ha cominciato ad iniziare le donne negli anni ’50.“ Fu una cosa fortuita – spiega la Galli – derivata da una scissione in seguito rientrata che aveva cominciato ad inziare le donne. Fa testo la seguente dichiarazione: “Dopo attento esame del problema ritenemmo di convocare nei giorni 14 e 15 novembre del 1952 il Supremo Consiglio al fine di sancire il principio dell’identità completa dei diritti e dei doveri dell’uomo e della donna nella Massoneria Scozzese…. Ed ora la donna onora i nostri Templi con la sua alta spiritualità e il suo entusiastico lavoro”
Conclude il Convegno G.Vannini della G. L.F.D.I. con un significativo accenno all’opera di Bachofen, autore di un testo monumentale completo sul femminile ed il matriarcato che andrebbe letto e meditato. La relatrice sottolinea che l’iniziazione della donna è sempre esistita e la sua esclusione dalle Obbedienze Massoniche, con l’eccezione di alcuni casi, è stata causata da motivi exoterici e non esoterici. Ribadendo che donna e uomo sono due sottosistemi di un sistema più ampio che assembla la loro differenza sessuale come manifestazione esteriore necessaria alla realizzazione di un processo più ampio, unico e irripetibile.
Pur concordando sulle prerogative iniziatiche della donna, le sorelle relatrici appartenenti alla G.L.F.D.I. tra cui la Gran Maestra Linda Leuci, rivendicano la compatibilità di una Massoneria
al femminile che, pur concorde con i principi massonici globalmente condivisi, può sussistere in virtù del principio di uguaglianza formale e di differenti esigenze femminili e maschili.
A conclusione di questa recensione pare utile sottolineare una puntualizzazione della storica Anna Maria Isastia che nel presentare questo volume, afferma:“ In Italia il problema di motivare l’esclusione si pose nel 1969,…. (quando il G.O.I .la giustificò con la) frase: essendo la nostra iniziazione solare, le donne non possono essere ammesse ai nostri misteri”, citazione mai comparsa prima nei rituali di questa Obbedienza.
A fronte di detta dichiarazione, in una nota del volume “Giovanni Ghinazzi”di Luigi Pruneti, Gran Maestro della G.L.D.I. Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi, si legge questo passo preso da un articolo di Lydia Genzardi, Presenza attiva della donna nella società e nella Massoneria, in Catena Journal, n.12, 1969 “ Fra tutte le associazioni create dagli uomini, ritengo che la donna possa trovare piena comprensione e collaborazione nell’attuare questi ideali proprio e soltanto nella Massoneria……La Massoneria è progressiva, quindi aspira a creare un mondo sociale migliore….il suo triplice scopo è l’unione, il perfezionamento e la felicità dell’umanità. Se per perfezionamento si intende quello maschile e femminile, come la particolare obbedienza a cui abbiamo l’onore di appartenere intende, quale altra associazione può essere più congeniale di questa?
Qualche anno prima – come si legge nel libro di Luigi Pruneti – la Gran Loggia d’Italia sotto la guida del Gran Maestro Giovanni Ghinazzi entrava a far parte del circuito Catena, “un’organizzazione internazionale che riconosceva alla donna, a parità di condizioni con l’uomo, il diritto di appartenere alla Libera Muratoria”.
Il volume presentato“Iniziazione femminile e Massoneria”, ricco di spunti, di approfondimenti e di deduzioni, alcune condivisibili, altre meno, merita una lettura non affrettata se si vuole coglierne tutte le valenze positive per una crescita personale.